Pietro Fenoglio nacque nel 1865 a Torino in una famiglia di costruttori edili. Dopo aver frequentato la Regia Scuola di applicazione per gli ingegneri di Torino, dove si laureò nel 1889, realizzò alcuni edifici neogotici.
Il suo stile si orientò poi verso il Liberty negli anni che seguirono l'Esposizione Universale di Torino, alla cui organizzazione partecipò attivamente. Appartengono a questo periodo numerosi edifici tra i quali Villa Scott (1902, corso Giovanni Lanza, Torino), il villaggio Leumann (1903, corso Francia, Collegno) e le case popolari di via Marco Polo (1904, Torino, realizzate in collaborazione con gli architetti Vicary e Molli). Il suo capolavoro è forse però il villino Fenoglio-Lafleur di corso Francia (Torino), che l'architetto fece costruire nel 1902-1903 per sè e per la propria famiglia.
Nel 1902 Fenoglio fu eletto consigliere comunale a Torino, incarico che lo portò ad occuparsi del piano regolatore della città (ultimato nel 1908). Un altro campo della sua attività fu quello editoriale: Fenoglio fu infatti tra i fondatori e tra i più importanti collaboratori della rivista L’architettura italiana moderna.
Dopo il 1906 la sua attività di progettista fu rivolta principalmente all'architettura industriale; in questo campo fu particolarmente attivo nel Casalese, dove tra gli altri realizzò a Borgo Renzone, insieme all'ing. Porcheddu, il primo stabilimento della Eternit.
In parallelo all'attività progettuale e culturale nella parte finale della sua vita crebbe l'impegno in campo imprenditoriale e finanziario, e tra il 1906 ed il 1912 fu presidente della Società Anonima Cementi del Monferrato attiva a Casale. Nel 1912 entrò a far parte del Consiglio di Amministrazione della Banca Commerciale Italiana e nel 1920 divenne vicepresidente di tale istituto di credito.
(Wikipedia)
ARCHITETTURE
«Chiarezza costruttiva portata alla sua espressione esatta. Questo è ciò che io chiamo architettura.» Ludwig Mies Van der Rhoe (1925)